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SAO MIGUEL: COSA FARE NELL'ISOLA PIÙ GRANDE DELLE AZZORRE

by 11:22 PM

Più volte mi è stato detto: "Ma vai alle Azzorre e visiti solo Sao Miguel?" "Sei stata alle Azzorre e ha visitato solo Sao Miguel? Beh mica le hai viste allora le Azzorre."

Tralasciando il fatto che ognuno in viaggio fa un po' quello che gli pare, non avevo abbastanza tempo per vedere bene più isole e di vederle di fretta non ne avevo voglia. Non amo stare nei posti solo per piantare bandierine: un luogo, se posso, amo viverlo con calma.

A Sao Miguel ci sono stata sette giorni e non ho fatto tutto quello che avrei voluto, quindi a quelli che vi dicono che bastano un paio di giorni, beh non credeteci! Io ne sarei stata dieci e forse non sarebbero bastati.

Sao Miguel è l'isola più grande dell'arcipelago delle Azzorre, nel mezzo dell'Oceano Atlantico, a circa millecinquecento chilometri dalle coste del Portogallo. Già dall'aereo si ha una prima impressione di quello che ha da offrire: natura allo stato puro, crateri e laghi vulcanici, coste frastagliate e spiagge nere che si bagnano nel mare.

Le Azzorre vengono spesso definite le Hawaii dell'Europa, ma io alle Hawaii non ci sono ancora stata, quindi mi limito a dire che per quel pezzetto di arcipelago che ho visto è stato colpo di fulmine. Sono isole vulcaniche, tutte attive (tranne per l'isola di Santa Maria che è la più antica), ma ovviamente monitorate.

Se vi state chiedendo se è vera la diceria che alle Azzorre in un giorno ci sono le quattro stagioni, beh sì! È assolutamente vera: si passa dal sole alla pioggia, dalla nebbia al vento in tempo brevissimo, ecco perchè a volte le attività programmate possono subire degli spostamenti o addirittura essere annullate. Per questo, ripeto, servono più di due giorni per dedicare tempo ad alcune cose davvero imperdibili.




Cosa fare e vedere a Sao Miguel

Sete Cidades e il Miradouro do Boca do Inferno

Una delle tappe imperdibili se siete a Sao Miguel è salire fin sopra al cratere delle Sete Cidades per ammirare dall'alto i due laghi vulcanici. Come ho scritto sopra, le previsioni cambiano velocemente e infatti, appena arrivata mi sono trovata dentro ad una bella nuvola zuppa di pioggia, ma per fortuna poi, il vento ha fatto un po' di spazio e si è aperto un paesaggio da wooow! Da non perdere il Miradouro do Boca do Inferno, che avevo trovato sfogliando foto su instagram: per arrivarci c'è una camminata di quaranta minuti circa, non complicata, ma se ha appena piovuto potrebbe essere impegnativamente scivolosa; quindi, mi raccomando le scarpe adatte, perchè sono belle le foto con abiti svolazzanti e scarpine da cenerentola ma credo siano belle anche quelle con vestiti adeguati! Se il tempo lo permette potete anche fare il trekking lungo circa 12 km che percorre la sommità del cratere.

Lagoa do Fogo

Quello per raggiungere Lagoa do Fogo è un trekking inizialmente in discesa. Infatti si scende prima sul lago vulcanico e poi si risale per lo stesso sentiero. Qui ho avuto la sensazione di essere sul set di Jurassic World: natura rigogliosa, nebbiolina che scendeva, i versi di qualche volatile che nella mia mente poteva benissimo essere uno pterodattilo. Da incantarsi con ogni senso. La discesa è abbastanza ripida, nessun tratto è esposto, però ci sono in alcuni punti delle scalette a pioli che se ha piovuto o c'è nebbia risultano scivolose. Dura circa un quarantina di minuti (se non si baglia sentiero hihhii visto che le indicazioni non sono proprio il top, o forse non le ho viste io) e si arriva al lago vulcanico che si può costeggiare tra rocce e sabbia. Sarebbe stato bello star lì e fare anche un pic nic, ma ovviamente ha cominciato a piovere e con le nuvole basse non si vedeva più nulla; quindi "ciao Lagoa do Fogo" e sono risalita. Una volta arrivata alla macchina è uscito il sole...

Fabrica del Tè Porto Formoso

Pochissimi luoghi in Europa hanno piantagioni di tè, uno di questi si trova a Sao Miguel che ne ha ben due: Chà Gorreana e Chà Porto Formoso. Io ho visitato la seconda con vista sull'oceano tra le piante di ortensie. Non avevo mai visitato una piantagione di tè e da dipendente di questa bevanda quale sono era una grave mancanza. L'ho trovato un luogo senza tempo, anche perchè non c'era nessuno, e causa covid le degustazioni erano sospese. Però c'era la possibilità di visitare il museo che racconta la storia del tè lì prodotto, passeggiare tra la piantagione e acquistare una discreta quantità di tè di varie tipologie, che purtroppo ho già finito. L'entrata è gratuita ed è un posto che vi consiglio vivamente e caldamente (come il tè caldo hihih) di visitare. Nei supermercati dell'isola trovate comunque confezioni di te di entrambe le piantagioni, quindi lasciate dello spazio in valigia!

Furnas e Lagoa do Furnas

La città di Furnas sorge su una caldera all'interno della quale si sono formati ulteriori crateri a seguito di eruzioni successive. Qui a pochi passi dalle case il terreno ribolle e si sente quel profumino inconfondibile di zolfo. Insomma la terra è viva e respira a Sao Miguel e pensate che all'interno dell'acqua calda delle caldeiras gli abitanti cucinano le pannocchie; ovviamente le ho provate e sono buonissime, però è anche vero che io sono una super fan del mais!

Sopra il centro abitato si trova il lago di Furnas dove si possono visitare le sorgenti sulfuree fumanti; qui da tradizione (ma forse ora anche per un po' di business) si cuoce nelle buche scavate nel terreno per circa 7/8 ore il cozido, una specie di bollito misto con le verdure.

Cascata do salto do Prego

Per arrivare alla cascata bisogna fare un piacevolissimo ma a tratti impegnativo trekking partendo da un paesino vicino a Fial da Terra nella parte sud-est dell'isola. Il sentiero da imboccare parte con una strada asfaltata a nord del paesino per diventare poi sterrata all'interno di un bosco fitto con molte specie di piante. Si costeggia un ruscello, si passano ponti in legno, si sale di qualche centinaio di metri e si arriva ad una cascata fragorosa nella quale avresti voglia di buttarti, ma che appena ci metti un piede dentro ti si congela tutto il corpo. Ho esagerato un po', ma nemmeno tanto, però c'erano dei temerari che si sono tuffati e hanno fatto il bagno. Il sentiero fa un giro ad anello e sulla strada del ritorno si passa attraverso un paesino abbandonato di nome Sanguinho: una volta in questo villaggio vivevano i contadini della zona che fuggivano dalle inondazioni.

Caldeira Vehla

Se vi piacciono le sorgenti di acqua termale questo è il posto giusto per voi. Caldeira Vehla è un luogo paradisiaco in mezzo a felci e una fitta vegetazione dove ci sono varie vasche con acqua che sgorga naturalmente a 37 gradi. L'entrata è a pagamento ma non si può prenotare e la fila che si forma già dalla mattina a volte è lunghetta: meglio andare presto e armarsi di pazienza. Io ho potuto fare solo la visita senza bagno nelle vasche perchè un forte temporale il giorno prima aveva creato danni che stavano in quella giornata sistemando. Come vedete gli imprevisti sono sempre dietro l'angolo. 

Spiagge

In questo articolo vi faccio un elenco veloce delle spiagge che ho visitato, cui dedicherò poi un post più dettagliato:

- Praia de Santa Barbara a Ribeira Grande: se vi piace il surf (o i surfisti?) questo è il posto adatto! Accanto al parcheggio potete camminare sopra la roccia lavica raffreddata dopo un'antica eruzione.

- Mosteiros e Piscinas Naturais Caneiros: Mosteiros è una spiaggia di rocce con un a vista super bella su due faraglioni. La costa si sussegue tra rocce laviche che hanno creato delle piscine naturali che permettono di fare il bagno anche quando l'oceano non è proprio calmo!

- Praia do Lombo Gordo: una spiaggia selvaggia ai piedi della montagna nella parte orientale dell'isola.Qui non troverete mai molte persone perchè arrivarci non è proprio facile. Il parcheggio è piccolissimo e per raggiungerla si scende un dislivello importante attraverso degli scalini. Bellissima e riparata, ideale per bagni.

- Praia da Povoação: si trova nel paesino di Povoação, protetta da una montagna che si tuffa nel mare. La spiaggia è attrezzata con ombrelloni in legno e paglia gratuiti e di fianco si trova la piscina comunale a sfioro anch'essa gratuita... come non amare questo posto?


Buraco do Sao Pedro

Una semplice ma panoramica passeggiata ti porterà al Buraco de Sao Pedro (buca di San Pietro), una eccezionale formazione geologica alla quale però è meglio non avvicinarsi molto perchè è esposta con rischio di caduta. Da non perdere però!

Alameda dos Platanos

Una strada sterrata percorribile anche in auto che collega Lomba do Alcaide a Lomba do Pomar appena sopra Povoação, con circa 600 platani. Bella? No, di più!

Ortensie

Da non sottovalutare questo dono della natura sotto forma di un fiore incredibilmente bello, le ortensie. Le isole Azzorre sono tempestate di ortensie che fioriscono a partire da maggio. E' una pianta antichissima che tende ad invadere la zona in cui cresce, quindi anche tutta l'isola di Sao Miguel. Le potete trovare lungo le strade, nei centri abitati o lungo i sentieri dove si fa trekking, sono ovunque e sono bellissime con sfumature che vanno dal bianco all'azzurro. Fanno parte dell'isola, fanno parte del viaggio.

Balene

Alle Azzorre è possibile avvistare le balene; infatti sono uno dei più importanti santuari al mondo dove incontrarle. Per una serie di motivi non mi è stato possibile andare a vederle, ma visto che è una cosa che nella vita vorrei fare prima o poi, fatelo intanto voi per me e prenotate in una delle tante agenzie che trovate online o direttamente al porto di Ponta Delgada, la capitale dell'isola.


A Sao Miguel ci sono stata tra giugno e luglio del 2021 appena dopo l'apertura del Portogallo dal lockdown. Di turisti ce n'erano davvero pochi e anche nelle località più gettonate non ho mai trovato paricolare caos. Di sicuro in tempi normali la situazione è ben diversa, ma è comunque un'isola che merita di essere vista e vissuta. Molta gente è prevalentemente di passaggio per andare nelle altre isole, e viene un poco snobbata...date retta a me, datele una possibilità perchè è splendida. 

Non è un'isola per chi vuole fare solo mare, sarebbe sprecato oltre che non poco difficoltoso visti i cambiamenti meteo improvvisi e l'oceano che non si presta a bagni caldi e tranquilli. Se invece amate la natura, il trekking e gli sport acquatici, allora è il luogo che fa per voi!

Informazioni Utili:

- Per arrivare a Sao Miguel si deve partire dal Portogallo con Ryan Air o con la compagnia di bandiera Sata Azores Airlines. Io dall'Italia ho volato fino a Porto (dove mi sono fermata tre giorni) con Ryan Air e poi con la stessa compagnia sono arrivata alle Azzorre.

- In valigia vestiti comodi e se volete fare trekking portatevi abbigliamento tecnico e scarpe adeguate. Giacche tecniche e impermeabili, le temperature oscillano di dieci gradi in breve tempo. Ovviamente non dimenticate il costume da bagno, per l'oceano e le piscine naturali, per le terme e per la cascata (ma questa solo per i più temerari!)

- Dove dormire e mangiare ve lo scrivo in un altro articolo :).






LANZAROTE O FUERTEVENTURA?

by 9:08 PM


Clima primaverile tutto l'anno, paesaggi lunari, spiagge immense, vulcani da ammirare e paesini da scoprire: queste sono le isole Canarie, raggiungibili in poche ore dall'Italia, belle e calorose come le persone che le abitano, che hanno fatto del vento e della natura la loro dimora.
Le canarie sono formate da sette  isole principali e di queste ne ho visitate per ora due: Lanzarote e Fuerteventura.
Oggi vi parlerò di queste due sorelle e di cosa non lasciarsi scappare tra i loro confini. 
Sorelle vulcaniche diverse, ma che sotto sotto assomigliano alla loro madre natura che le ha create con amorevole passione.
Se volete invece avere qualche informazione in più sul resto dell'arcipelago, vi rimando a quest'articolo online scritto dalla rivista di Expedia  Explore, che riesce a dar una panoramica generale sul particolare carattere di ognuna di esse.  

Non sapevo cosa aspettarmi prima di conoscerle. 
Avete presente quando partite senza aspettative, magari solo con qualche commento in testa che dice: beh sì carine, niente di che.
Il niente di che è ben lontano da quello che ho scoperto visitandole.
Sono stata ammaliata, un colpo di fulmine, un tuffo al cuore, continuo con le sdolcinature?
Lanzarote e Fuerteventura si trovano a circa cento km dalla costa africana del Marocco nell'Oceano Atlantico. Soffia spesso il vento, direi inevitabile, ma è primavera dodici mesi l'anno e questo non fa che rendere ancora più forte il desiderio di partire.
A chi mi chiede spesso se una sia meglio rispetto l'altra rispondo sempre che il metodo migliore per scoprirlo è vederle entrambe.
Così come ho fatto io, ma non è che ho risolto il dilemma, perché sono splendide tutte e due.

Lanzarote
Il calore in formato isola, ancora palpabile ad anni di distanza.
Una terra aspra, dove l'acqua non si trova nel sottosuolo, dove gli unici animali sono le capre e le piante più ricorrenti i cactus e dei vigneti molto particolari: detta così la vita in questo posto sembra tutt'altro che facile, eppure...
I vulcani che la formano, circa centoquaranta, non sono più attivi ma donano al paesaggio delle sembianze "lunari" molto affascinati, grazie anche alle molteplici sfumature di colore che la terra assume nei vari momenti della giornata, fino ad infuocarsi al tramonto.
Tutto è molto rilassato, ci si fa presto ad abituare ai ritmi lenti, la trovo per questo una meta ideale per staccare la spina e svuotare la mente troppo spesso affollata di pensieri.

Cosa non perdere a Lanzarote? (ci sarebbe da non perdere nulla, ma risulterei troppo prolissa...)

I vigneti a La Geria. Che voi siate amanti del vino o meno, non potete perdervi la particolarità di questa coltivazione. Le vigne crescono e danno i loro frutti grazie alla cenere del vulcano dove sono piantate. Vivono in condizioni estreme con poca acqua che assorbono dall'umidità e per non essere sradicate dal vento vengono piantate in  buche coniche protette da dei muretti a secco. Nasce così un vino sublime.




Spiaggia (Playa) Papagayo. Si trova nel sud dell'isola sulla costa del Rubicon e ci si arriva dopo una breve passeggiata ad effetto wow grazie ai colori paradisiaci che l'acqua assume con la luce del sole. La spiaggia è l'ideale per una mezza giornata di relax sole e mare: io ci ho fatto il bagno, a prova che non è poi così freddo! 


Foto scattata da Valentina Besana

Parco Nazionale del Timanfaya. Il simbolo del parco è El Diablo, un piccolo diavoletto che secondo le leggende del posto pare prevedesse le eruzioni vulcaniche di Lanzarote. Il parco è completamente formato da lava, non piante, alberi, solo lava a rendere il paesaggio ruvido e irregolare. L'entrata è a pagamento e il parco non si può visitare in autonomia ma solo lungo un itinerario stabilito e a bordo di un bus, questo per preservarne l'ambiente. Da fare assolutamente e se poi avete fame fermatevi al ristorante El Diablo per una cucina "vulcanica"!
Ah dimenticavo, Kubrik qui ci ha girato 2001 Odissea nello spazio...rende l'idea del luogo?






El Golfo del Charco de los Clicos o la Laguna verde. Il lago verde smeraldo si è formato nel cratere di un vulcano e nel 1730 dopo la sua ultima eruzione si è ingrandito formando così la laguna verde che è semplicemente di una bellezza strabiliante. Curiosità: il lago è collegato nel sottosuolo con l'oceano che ne rigenera sempre le acque. Vietato farsi il bagno, per questo è recintato, è una riserva naturale. Nel vicino paesino di El Golfo potrete rifocillarvi dopo aver stancato gli occhi con cotanta bellezza.



Cesar Manrique. Lui fu un 'artista con la A maiuscola, una persona talmente legata alla sua Isola tanto da farne la sua casa e disseminare opere e bellezza ovunque. Si potrebbe dire che il sinonimo di Lanzarote più azzeccato è Cesar Manrique. Ha letteralmente reso l'Isola un museo a cielo aperto realizzando opere che fossero in accordo con l'armonia dell'ambiente circostante. Visitate la Fondazione, da lui creata, una finestra sull'arte nel vero senso della parola, quell'arte che ha riempito la sua vita fino alla sua morte in un incidente...misterioso. Andate a scoprire la sua arte su tutta l'isola, sarà emozionante.




Teguise. In realtà tutti i paesini che abitano l'isola sono belli, perfetti e costruiti secondo un canone ben preciso: tutte casette bianche a forma di L per proteggersi dal vento, quando in certe giornate soffia incessante. Teguise, l'antica capitale spagnola non è invecchiata di un giorno, la sua impronta coloniale le regala ancora fascino incontrastato. Pare che la domenica ci sia un imperdibile mercato...





Cosa non perdere a Fuerteventura? (anche qui vale il "non perdere nulla)

Fuerteventura si arriva con circa un'ora di traghetto da Lanzarote. Un'ora che passa velocissima perché durante la navigazione stare a sbirciare a trecentosessanta gradi quello che c'è attorno è d'obbligo.
È la seconda isola in ordine di grandezza ed io la ricordo come un luogo dove la natura e i paesaggi ti vengono a prendere per mano e ti cullano per strade, spiagge e sentieri.
C'è da dire anche che è una meta ideale per gli amanti di windsurf, surf, vela, sci d'acqua e diving, quindi è vietato annoiarsi tra i trecentoquaranta chilometri di costa e le centocinquanta spiagge.

Dune di Corralejo. Sono delle dune che il vento proveniente dal Sahara Marocchino modella costantemente, cambiandone la conformazione giorno dopo giorno. Provate a pensare a dieci chilometri di dune vista oceano, un wow non è sufficiente: sabbia bianca e fine da calpestare rigorosamente a piedi nudi, scalare, con cui giocare. 
Attenti a parcheggiare in zona dune, è facile insabbiarsi e avere difficoltà ad uscirne poi. 







Los Lobos. Ecco qui, se si potesse, mi costruirei casa, lontano da tutto e da tutti per tornarci nei momenti in cui si necessita di silenzio. Se fossi uno scrittore mi ritirerei qui per scrivere il mio nuovo libro. Los Lobos è una piccola isola facilmente raggiungibile da Fuerteventura dalla quale dista due chilometri, dove il tempo si è veramente fermato, non è un eufemismo, qui non c'è la corrente elettrica, le uniche abitazioni che si incontrano sono quelle dei pescatori o di qualche persona privata che ha avuto la fortuna di poterlo fare al tempo; ora c'è la possibilità di campeggiare per una notte e di mangiare nell'unico ristorante. Ovviamente anche Los Lobos è di origine vulcanica, con tanto di cratere e sentiero per arrivarci! Ma c'è una novità: dato che in passato era invasa giornalmente dai turisti, hanno visto bene di limitare gli arrivi giornalieri a 400 persone, per preservare anche le specie animali e vegetali. Quindi è bene prenotare almeno un giorno prima attraverso il sito ufficiale entrees.es, o prenotando il biglietto del traghetto con la compagnia di linea che vi porterà nell'isola: in questo modo avrete di diritto il permesso.





Betancuria invece è l'antica capitale dell'isola. Il suo nome deriva dal suo scopritore, un certo Sig. Jean de Bethencourt, esploratore normanno che nel 1402 sbarcò per primo nelle Canarie. Si trova al centro dell'isola e a farle da guardiani ci sono due enormi statue alte circa quattro metri dei Re Ayoze e Guize che fino a prima della conquista spagnola si sono divisi l'isola, uno a capo del sud e uno del nord. Una città coloniale piena di storia dove perdersi tra le sue vie. Da non perdere la chiesa di Santa Maria ed il Museo Archeologico.




Scoprire l'isola. Fuerteventura la si può vivere per il mare ma  alcune meraviglie si possono scoprire e vivere visitando il suo interno, e devo dire che è ricca di percorsi favolosi, adatti a tutti e con vari gradi di difficoltà da affrontare a piedi, in bici e anche a cavallo. L'isola ha bisogno di essere raccontata anche attraverso le persone che la conoscono: Damiano è una di queste, ha trasformato la sua passione in lavoro ed ora accompagna i turisti alla scoperta dei lati più belli dell'isola, anche gastronomicamente parlando! Andate a vedere i suoi tour su natouraladventure.com.





Informazioni utili
Dall'Italia ci sono voli giornalieri che arrivano nelle due isole delle Canarie, molti di questi low cost e diretti. Va ricordato che i voli sono economici se prenotati con almeno sei mesi prima della data di partenza. Sappiamo tutti che ad agosto e sotto Natale le cifre salgono fino alle stelle, quindi se potete prendervi dei giorni fuori stagione, è la soluzione ideale anche in termini di traffico turistico.
Consiglio di noleggiare un'auto perché i mezzi pubblici, per quanto presenti, non arrivano ovunque. 
E poi prendetevi il vostro tempo...senza fretta.


Articolo in collaborazione con Expedia

 

VISITARE I LAGHI DI PLITVICE

by 10:07 PM




I laghi di Plitvice sono stati nella mia wishlist per molto tempo, e finalmente un anno fa sono riuscita a metterci la spunta, ma soprattutto sono riuscita a scoprire un luogo che racchiude bellezza, natura ed incanto.

Ho trascorso un fine settimana all'insegna del relax (inteso come riposo della la mente a contatto con la natura) con la mia amica Milena and family.


Avevo pensato che l'autunno fosse il periodo ideale per poter visitare i laghi di Plitvice, grazie ai colori splendidi che la stagione dona; bisogna solo sperare che le previsioni non diano pioggia. Devo dire che con il meteo non sono stata molto fortunata, ma anche questo fa parte del viaggio, basta solo non farsi prendere dallo sconforto e guardare la natura da un altro punto di vista, magari sotto l'ombrello e con delle scarpe impermeabili.

Anche se la Croazia, vista dal Veneto, sembra dietro l'angolo, in realtà ci vogliono circa cinque ore di auto per arrivare ai Laghi; quindi, per non fare tutto di corsa prevedete almeno tre giorni complessivi per il viaggio, dei quali due da dedicare ai laghi di Plitvice. Così abbiamo fatto noi, partendo il giovedì e rientrando la domenica.


COME VISITARE I LAGHI

Io ci avrei passato una settimana, ma per chi ha solo un fine settimana a disposizione, due o tre giorni sono sufficienti per visitare le due zone del parco: i laghi inferiori e quelli superiori. 
Da non sottovalutare è il costo del biglietto che, fuori stagione, lontano dal caos estivo, costa 60 Kn (8 euro circa) ad adulto, mentre in alta stagione passa a 250 Kn (33 euro circa). Compreso nel biglietto c'è anche l'attraversamento del lago grande (Lago di Kozjak) con il traghetto e la possibilità di prendere il trenino per spostarsi nei vari punti.

Come tutti i posti turistici, i Laghi di Plitvice durante la bella stagione vengono presi d'assalto e trovo difficile immaginare di viverli con troppa gente. Sebbene il tempo non fosse dei migliori, nei primi giorni di novembre, ci siamo goduti lo spettacolo della natura con calma e senza code. 



Il Parco è formato da sedici laghi che ricevono l'acqua dai fiumi Bianco e Nero e da alcune sorgenti sotterranee. La cosa meravigliosa è che i laghi sono tutti collegati tra di loro da una serie di cascate che poi alla fine si riversano nel fiume Korana.

Il percorso dei laghi superiori, collegati da cascate, si trova in una valle dolomitica ed è caratterizzato da foreste rigogliose, mentre in quello inferiore la vegetazione è più bassa e i laghi sono più piccoli. In tutto ci sono otto percorsi tra cui scegliere. Il tempo di percorrenza va dal più semplice che si percorre in un paio d'ore a quello più impegnativo che ne prevede circa sei.
Ovviamente, il mio consiglio è quello di prendersi la giusta calma scegliendo un paio di percorsi da fare tra il primo ed il secondo giorno. I sentieri sono ben tenuti e segnalati; le passerelle in legno attraversano specchi d'acqua e arrivano a due passi dalle cascate.


Non c'è un percorso più bello di altri, qui va un po' a sentimento, da quanto avete voglia di camminare e se il tempo lo permette (con la pioggia battente del primo giorno abbiamo dovuto ridurre il tragitto). Il parco è tutto da scoprire, regala scorci incredibili ed a tratti lascia veramente senza fiato, non per la fatica (è adatto a tutti), ma per la bellezza che un unico posto riesce a racchiudere.


In autunno i colori degli alberi si tingono di giallo, arancio e marrone e, specchiandosi sui laghi, formano dei quadri degni di un pittore impressionista.
Inutile dire che fermarsi ogni dieci metri per scattare delle foto è quasi d'obbligo; chi invece non ama farne, troverà dei buoni motivi per fermarsi ad assaporare le piccole cose, ad ascoltare il rumore dell'acqua che diventa musica che accompagna il visitatore passo dopo passo, ora dopo ora.

Indimenticabile.



Ovviamente all'interno del Parco ci sono delle regole da rispettare, come quella di non uscire dai sentieri segnati, di stare molto attenti sulle passerelle di legno che servono per attraversare laghi o i corsi d'acqua (non è molto difficile rischiare di scivolarci dentro), di non dare da mangiare agli animali che abitano al parco, di non gettare i rifiuti per terra; ma quest'ultima regola potevo anche non scriverla vero? Vero che i miei lettori sono bravi? 

Niente infradito, vi prego, ma scarpe da ginnastica o meglio da trekking, cappellino e crema per le giornate di sole, impermeabile e ombrellino per gli autunni pazzerelli come quello che ho trovato io.

All'interno del parco ci sono dei punti ristoro con bagni, ma ci sono anche delle accoglienti panchine con vista sui laghi dove poter fare un tranquillo pic nic, che io consiglio sempre. 




DOVE DORMIRE VICINO A PLITVICE

Fuori stagione trovare da dormire nei pressi del Parco dei laghi di Plitvice non è complicato, le possibilità sono molte e per tutte le tasche. Noi abbiamo scelto un appartamento House Leonarda a Grabovac, gestito da una gentilissima signora che una mattina ci ha preparato anche i pancake!
Un sottotetto in legno con soggiorno, cucina, bagno e due camere da letto, con una vista che mette buonumore; in sei ci siamo stati super bene, ma la struttura dispone anche di appartamenti più piccoli.
Si trova a circa quindici minuti dal parco di Plitvice, ma credo sia perfetto come base per visitare i dintorni.


Per mangiare non c'era molta scelta poiché in bassa stagione molti locali erano già chiusi, però nei dintorni dell'appartamento abbiamo trovato un paio di posticini carini dove abbiamo provato la cucina locale, con i cevapcici e dell'ottima birra (per la mia felicità!):  Ristorante Marko, Plitvice Palace, Hotel Degenija. Sono tutti Hotel con il ristorante aperto anche a chi non soggiorna.



Questo pezzetto di Croazia mi è piaciuto tantissimo: non c'è solo mare per chi la sceglie come meta delle vacanze, ma addentrandosi un po' si possono scovare paesaggi e parchi degni di essere visitati. Credo abbia ancora molto da offrirmi, quindi nella mia wishlist, anche se ho cancellato i laghi di Plitvice, ho inserito ancora qualche posticino Croato che voglio in un futuro non molto lontano, andare a scoprire!

AMSTERDAM CON BAMBINI, COSA NON PERDERE

by 1:44 PM


Ad Amsterdam erano anni che ci volevo andare, poi si sa come ogni altra meta facilmente raggiungibile dall'Italia, la si lascia un poco in disparte, perché tanto ce l’abbiamo a portata di mano. Però quest’anno ho deciso che era arrivato il momento e che lo avrei condiviso con mio figlio e la sua inguaribile, per fortuna, curiosità.

Resto sempre del parere che non esista una città più o meno adatta ai bambini. Ognuna a modo suo ha da offrire ai piccoli viaggiatori stimoli e momenti indimenticabili, anche se questo implica entrare in un museo o camminare qualche chilometro per scoprire angoli e posti nascosti.

Quindi questo articolo non vi dirà di fare solo cose adatte ad un bambino, ma piuttosto racconterà la mia esperienza di viaggio personale condivisa insieme ad un bambino, divertendoci e imparando; perché sì anche un adulto ha sempre da imparare durante un viaggio! 
Ecco allora qui di seguito la mia scelta su cosa non perdere con i bambini ad Amsterdam. 

Museo Van Gogh

Amare l’arte significa anche andarla a scoprire in giro per il mondo e far conoscere a mio figlio i grandi artisti che mi hanno emozionato durante i miei studi e che mi emozioneranno sempre guardando un loro quadro dal vivo. Van Gogh è uno di quei pittori che mi fanno battere il cuore, e dopo aver acquistato il volo è stata la prima cosa che ho prenotato per il mio breve soggiorno ad Amsterdam.

È stata un’immersione, un viaggio nel viaggio, un passo più in là per avvicinarmi a Vincent, alla sua storia, alla sua vita travagliata trasposta nei colori. E mio figlio si è incantato tra quelle pennellate, tra i paesaggi e i colori forti che gli hanno fatto fare un tuffo nella cromia, in quella magia che solo un disegno può evocare. La semplicità del plein air, quello che Van Gogh aveva visto e fotografato con gli occhi anche noi lo abbiamo assaporato. Non avremo più voluto andarcene, ma mannaggia ad Amsterdam, c’erano troppe cose da vedere. 





Mangiare patatine fritte da Vlaamse Friteshuis

E non le vuoi mangiare due patatine fritte ad Amsterdam, dove si dice siano nate e dove si dice si possano trovare quelle più buone in assoluto? Eh, mica facile resistere ad un cono di croccanti patatine da passeggio con sopra una delle mille mila salse che vengono proposte (no dai, sono “solo venti”).

Non è la merenda più salutare del mondo lo ammetto, ma che non si dica poi che noi non proviamo il cibo della tradizione olandese! Se invece volete intraprendere un percorso conoscitivo più ricco tra i piatti tipici della cultura olandese, potrete trovare a questo link del magazine online di Expedia un post sulle 10 pietanze assolutamente da non perdere e mangiare ad Amsterdam. 




Micropia il Museo dei Microbi

Avete mai visto da vicino un microbo? Beh, allora se siete nella capitale olandese non dovete assolutamente farvi sfuggire questa occasione. Una volta usciti di lì state pur sicuri che non toccherete più tante cose come prima e soprattutto vi laverete le mani molto ma molto bene!

Micropia è un’avventura da vivere attraverso un percorso alla scoperta dei microbi che popolano l’interno e l’esterno del corpo umano. Lo stupore di mio figlio era direttamente proporzionale alla mia faccia nauseata (hihih). All'entrata consegnano un passaporto sul quale si possono imprimere i timbri di tutti i microbi che si possono vedere e capire. Immaginatevi microscopi, schermi dove questi minuscoli esserini vengono ingranditi, vasi ammuffiti, spazzolini da denti usati, spugne da piatti, maniglie delle porte e così via.

In fondo non si possono vedere ma sono qui che ci circondano… mamma… Però è anche vero che quando li guardi da vicino, molto vicino, ci viene rivelato un mondo, più spettacolare di quanto possiamo immaginare. 






Giro dei canali in barca

Visitare una città costruita sull'acqua solo a piedi non le rende giustizia. Uno dei modi per vederla anche da un altro punto di vista è quello di scivolare tra i suoi canali a bordo di una barca, ammirando le splendide case sulle rive, passando sotto a ponti, qualcuno dei quali si solleva per far passare imbarcazioni più grandi.

La rete di canali che attraversa la città ha più di quattrocento anni ed è stata aggiunta alla lista del patrimonio mondiale Unesco nel 2010. Il giro in barca della durata di un’ora è quello ideale, per riposarsi e vedere comunque molte attrazioni della città da un posto privilegiato. 




Museo Marittimo


Il museo raccoglie una delle più ricche collezioni di oggetti legati alla storia della navigazione, ma soprattutto illustra come la cultura olandese sia stata modellata dal mare. All'interno dello spazio museale ci sono interessanti esposizioni, alcune con percorsi interattivi per far scoprire ma anche rivivere cinquemila anni di storia marittima. Anche qui non è facile andarsene per tutto quello che c’è da vedere, leggere e in alcuni casi toccare.

La sede del Museo è lo storico Arsenale, un edificio che era il deposito della marina militare olandese e che risale al 1656. Ormeggiata accanto c’è la riproduzione della nave East Indiaman, ed è l’esemplare più grande della collezione museale: qui c’è da perdersi nel guardare come vivevano i marinai, dove c’erano le scorte di cibo o dove andava a fare la pipì il capitano!



Biblioteca pubblica di Amsterdam

la Openbare Bibliotheek Amsterdam è una delle biblioteche più belle d’Europa, esempio di architettura e design: un edificio all'avanguardia, dove passare almeno un’ora per poi salire fino all'ultimo piano ed ammirare dall'alto la città.

Si sviluppa su tre livelli per un totale di ventottomila metri quadrati dove trovare volumi di vario genere: dalla musica all’arte, dalla storia ai viaggi, il reparto bambini carinissimo, e i comics. Ovviamente si possono consultare i libri ma non portare via! La scala mobile è fantastica perché crea un andamento che si sposa perfettamente con l’architettura. Nel piano interrato si trova il parcheggio per le bici… e ne può contenere fino a duemila! 









E poi i ponti, China Town, il mercato dei fiori, la pioggia presa e le corse fatte per ripararci, il vento a spettinarci, e le risate a rincorrerci. Serve altro?



ISOLA DI TEXEL, L'OLANDA DA SCOPRIRE

by 9:07 AM



Con il senno di poi a Texel ci sarei rimasta qualche giorno in più.
Perché quando incontri un luogo con cui sei in sintonia, non vorresti più andartene.
Texel è una ventata di freschezza, quella che solo un'isola sa dare, quella che solo un'isola del nord sa donare.

Texel è la più grande delle isole Frisone e si trova nel mare del nord ad una quarantina di chilometri da Amsterdam: una meta facile da raggiungere per chi dalla capitale vuole immergersi nella calma che si trova nelle immense spiagge e nella natura che cresce rigogliosa a profusione.
Un 'isola lunga una trentina di chilometri caratterizzata da piccoli villaggi, da pecore che pascolano indisturbate, dalla birra che prende il nome dell'isola, dalle tante attività che si possono fare.




Per raggiungere l'Isola la soluzione migliore è il traghetto che parte da Den Helder con la compagnia Teso che in 20 minuti attraversa il piccolo tratto di mare. Noi eravamo con il nostro van, ma si può ovviamente anche salire senza auto e utilizzare poi i mezzi pubblici che ci sono sull'isola. Le operazioni di sbarco e imbarco sono velocissime e il traghetto è molto accogliente che quasi quasi ti dispiace lasciarlo: poltrone interne con vista esterna o interna, posti ponte con panchine, bar e tavola calda a disposizione dei passeggeri, e per ultimo, ma non meno importante, i bagni puliti.
Eravamo partiti la mattina da Egmond Aan Zee con un tempo da lupi e siamo arrivati a Texel con il vento che fortunatamente aveva spazzato via tutte le nuvole e lasciato posto ad un tiepido sole.
Fuori dal finestrino case colorate in tipico stile nordico si alternano ai grandi spazi, campi coltivati, cavalli e pecorelle liberi, e il profumo di mare, quello forte che ti entra nelle narici e ti guida per non farti perdere la strada.
La meta è stata la punta estrema a nord dell'isola, dove ho alloggiato al Dune Park Camping Robbenjager, uno dei campeggi, per non dire il campeggio, più bello dove io sia mai stata. Una location bellissima tra le dune ed il mare a due passi dal faro di Eierland.

Il van ha riposato su un prato d'erba in mezzo alla vegetazione, a due passi dal bagno accessoriato di qualsiasi cosa: phon, sapone, bagnoschiuma, lavatrice, asciugatrice e lavastoviglie. Profumava di buono e c'era di sottofondo una registrazione che rimandava al cinguettio degli uccellini...mai mi sono imbattuta in qualcosa del genere.
Alla sera si potevano ordinare il pane e le brioche freschi per la colazione del giorno dopo che venivano fatti trovare in un apposito spazio vicino alla reception: splendido!



Pur essendo un'isola di piccole dimensioni di cose da fare ce ne sono moltissime e come ho anticipato nelle prime righe, un giorno in più ci sarebbe stato tutto per visitarla con più calma e scoprire qualche altro posto che sicuramente ci è sfuggito.

Cosa fare e vedere a Texel?

Il faro di Eierland

Da amante di fari non potevo non visitare questo meraviglioso esemplare del nord europa! Sulla punta settentrionale dell'isola si trova il faro di Eierland; dai suo 45 metri di altezza si ha una vista mozzafiato sul mare di Wadden e sul mare del nord, sull'isola di Texel di Vlieland e nelle giornate più limpide anche su Tershelling. Il faro risale al 1864 e durante la seconda Guerra Mondiale fu gravemente danneggiato dai bombardamenti, quindi fu costruito un muro attorno alla torre danneggiata: ad oggi sono ancora visibili i fori di proiettile tra il vecchio ed il nuovo muro. Io all'interno non ci sono stata, ma pare sia molto bello, con la scala a chiocciola e il pavimento in ghisa rimasti intatti. Sei degli otto livelli sono aperti al pubblico e la caratteristica del faro consiste nell'avere due flash di luce molto brevi seguiti da otto secondi di oscurità.



Mudflat walks ovvero la passeggiata nel fango

Da bambini avete mai provato ad affondare i piedi nel fango e a giocarci dentro (magari poi rimproverati dai genitori)? A Texel potete farlo senza prendere parole da nessuno, anzi sarete accompagnati da una guida che vi spiegherà curiosità e misteri del mare quando c'è la bassa marea. Infatti l'acqua, ritirandosi, lascia spazio ad un mondo che non conosciamo perché sommerso. Camminare sul terreno che sprofonda ad ogni passo è una piacevole sensazione, bisogna però essere muniti di stivali o galosce nei mesi più freschi, mentre in estate bastano le scarpette da scoglio. Mi raccomando mai avventurarsi da soli perché può essere pericoloso; affidatevi alle uscite organizzate, come quelle del Museo Ecomare o contattate direttamente l'ufficio turistico.






Bere una Texels

Beh pensavate che non provassi la birra prodotta nell'isola? Me la sono gustata a cena verso le nove, mentre fuori il sole non accennava a tramontare, e mi è piaciuta un sacco. Ora non sto a dirvi tutto quello che le mie papille gustative hanno sentito, anche perché non conosco i termini tecnici, ma una buona birra assaporata davanti a un paesaggio sensazionale è difficile da dimenticare. A Texel c'è anche la possibilità di visitare la fabbrica dove la producono. Ci sono dodici tipi di birra fermentata ognuna con caratteristiche diverse; è disponibile in tutta l'isola ma sta diventando popolare anche in tutta l'Olanda. I birrai di Texel per le loro birre usano luppolo, lievito di grano e orzo che cresce nei campi vicino al birrificio.



E poi?

Perdetevi tra le stradine, e ascoltate il silenzio interrotto da qualche belato delle pecorelle, camminate a piedi nudi sulla spiaggia e tra le dune, in contatto con la natura. Passate del tempo seduti sulla sabbia vicino al faro, quando la marea ha creato delle pozze qua e là e semplicemente inspirate l'aria di mare, ossigeno puro che fa bene al cuore.







Se avessi avuto più' tempo avrei potuto fare mille altre cose, come per esempio un giro in bicicletta per le splendide stradine dell'isola, o visitare il Museo Ecomare, o andare a pesca di gamberetti con una vera nave da pesca.
Quindi non mi resta altro che tornarci!


Informazioni Utili

L'itinerario del mio viaggio in Olanda è raccontato minuziosamente nell'articolo Olanda del nord in van. Ho dormito in campeggi. Quasi tutti erano attrezzati non solo per i van e le tende ma anche con casette come quello a Texel, il Dune Park and Camping Robbenjager. Il costo è stato di circa 35 euro a notte.

Per informazioni riguardanti il vostro soggiorno sull'isola e le attività da fare (tra le quali la camminata nel fango e la visita nel birrificio) vi consiglio il sito dell'Ufficio del turismo Texel.net 

Per prendere il traghetto vi suggerisco di farvi trovare al terminal del porto con un anticipo di venti minuti, giusto per non trovarvi a dover prendere la corsa successiva. In Olanda sono estremamente puntuali, non aspettano nessuno.



Viaggio in collaborazione con l'Ente Turistico di Texel e Goboony.








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