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DOLOMITI, DUE TREKKING DA NON PERDERE PARTENDO DA CALALZO

by 6:56 PM




Dall’alto della montagna tu puoi vedere come sia grande il mondo, e come siano ampi gli orizzonti.

(Paulo Coelho)


Come ha ragione Paulo Coelho, e quanto abbiamo bisogno di guardare nitidamente l'orizzonte in questo periodo.

Adoro camminare e abito in Veneto, una regione che regala talmente tanti sentieri montani da avere solo l'imbarazzo della scelta. Davvero ci sono volte in cui mi sento in difficoltà nello scegliere la meta, perché la lista si allunga sempre di più e vorrei vedere più posti possibile.

Ovviamente nella stessa lista ci sono anche percorsi che ho già fatto, anni fa, e che ora vorrei far fare a mio figlio, che si sta rivelando un grande camminatore.

Che ci volete fare, alla bellezza non c'è mai fine, tanto vale mettersi di impegno ed esplorare il più possibile.

Così durante un mite novembre siamo saliti sulle dolomiti, tra Valle di Cadore e Calalzo per vivere un po' di montagna al limite tra l'autunno e l'inverno, quando non ha ancora nevicato tanto e gli alberi hanno ancora le foglie color ruggine addosso.

Siamo in provincia di Belluno tra le montagne rocciose che regalano colori incredibili al tramonto e all'alba, fenomeno che prende il nome di enrosadira, dal ladino diventare rosa: l'essenza delle dolomiti. 

Anche scegliere i sentieri, tra le tante proposte non è stato semplice, abbiamo quindi optato per un paio di percorsi meno battuti a dispetto di altri famosi presi d'assalto nell'ultimo periodo. Entrambi si possono fare in tutte le stagioni; con la neve, d'inverno, sono adatti anche a ciaspolate.


SENTIERO LE CORTE - MONTE TRANEGO

Si parte da Pozzale, a circa cinque chilometri da Calalzo, dove si lascia l'auto e si prosegue seguendo le indicazioni per il sentiero 252 che sale verso il Monte Tranego. Ad un certo punto la strada si divide e si può scegliere tra il percorso più ripido che si inerpica per il bosco o per la strada forestale più dolce e tranquilla e forse più noiosa. Ovviamente abbiamo optato per la prima opzione e abbiamo cominciato a salire in compagnia del mio fiatone (ah ah!) e della purezza dell'aria. Abbiamo incontrato giusto un paio di persone e un po' di neve rimasta dalla leggera nevicata di qualche giorno prima, e si sa, la neve rende tutto più magico e bello. Si sale ancora un po' tra rocce e prati ora che il bosco non c'è più, fino ad incrociare la strada forestale di prima che ci ha accompagnato fino in cima con i suoi sei tornanti. Il paesaggio è splendido e come sempre la fatica viene ripagata. Arrivati in cima al Monte Tranego sua Maestà l'Antelao era lì a darci il benvenuto con la sua bellezza e imponenza. abbiamo pranzato sopra una panchina con i piedi sulla neve e con un sole che ci scaldava nonostante le temperature fossero rigide. Dieci km, circa 800 m di dislivello, una buona dose di fatica, e un sole che assieme ad un cielo azzurro scaldava corpo e anima. Poi in cima tutto passa, tutto assume un altro aspetto.


VAL D'OTEN - RIFUGIO CAPANNA DEGLI ALPINI- CASCATA DELLE PILE

La Val d'Oten si trova tra il massiccio dell'Antelao e la catena delle Marmarole, praticamente la valle, di origine glaciale, fa da separatore. La conoscevo? Ovviamente no, ma è stata una scoperta di quelle belle, come quando una bella notizia ti cambia il corso della giornata iniziata un po' così e così. 
Abbiamo preso uno dei tanti sentieri della Val d'Oten, quello che porta alla cascata delle Pile. Sono circa dieci chilometri, poco dislivello, ma tanta bellezza. Un sentiero innevato, spruzzato di magia dove mi aspettavo di incontrare qualche fatina o un paio di gnomi, ma credo che per il freddo se ne siano rimasti al calduccio. Il silenzio interrotto solo dal rumore dei passi è qualcosa di unico, in una cornice come le Dolomiti ancora di più. Una boccata d'aria fresca e pulita, che in questo periodo è una delle cose più preziose. Quando ci sono stata io a fine novembre la neve aveva solo fatto capolino, ma la valle per nulla esposta al sole aveva conservato il manto bianco regalando un paesaggio incredibile.
Dopo aver raggiunto il Rifugio Capanna degli Alpini abbiamo proseguito verso la cascata delle Pile qualche centinaio di metri più avanti. Abbiamo provato a risalire la cascata, c'è un sentiero attrezzato con scalette di ferro e ponticelli, ma il ghiaccio rendeva tutto molto scivoloso e poco sicuro, almeno per noi.
Per percorrere questo sentiero l'auto si lascia a Praciadelan a circa cinque chilometri da Calalzo, dove trovate un parcheggio e da dove partono più sentieri.


Entrambe le escursioni mi sono ripromessa di provarle anche d'estate, magari allungandole quel pochino che non siamo riusciti a raggiungere con la neve ed il ghiaccio. Speriamo riaprano anche i rifugi e che si possa riprendere a camminare con la leggerezza che ci manca, portando solo il peso dello zaino...

L'ISOLA DI ALBARELLA , DOVE IL PO INCONTRA IL MARE

by 12:33 PM



Il Po, il fiume più lungo d'Italia, sfocia nel mar Adriatico mentre i suoi rami si intrecciano nel delta quasi a formare un ricamo che si fa strada nella laguna fino a mare.
Al suo interno si trova l'isola di Albarella, nella laguna sud di Venezia, ma in provincia di Rovigo. È un'isola privata accessibile per chi ci soggiorna, per chi ha una casa di proprietà e a visitatori giornalieri ma solo a determinate condizioni.
È una totale immersione nella natura quella che offre Albarella, tra la fauna e la flora che rigogliose convivono non solo tra di loro, ma anche con le persone che transitano nell'isola. Mentre si passeggia o pedala non è difficile incontrare  daini, lepri, aironi e falchi di palude.
Il nome Albarella non deriva da Alba, anche se di albe se ne vedono di spettacolari, ma dall'albero chiamato "Albarea" in dialetto veneto, ovvero il Pioppo Bianco tipico della zona.

All'interno dell'isola ci sono varie possibilità di soggiorno: ci sono appartamenti localizzati in diverse zone dell'isola, come quelli in cui sono stata io che si affacciano su bacini artificiali interni chiamati fiordi e sono molto carini e confortevoli, di varie tipologie per coppie e per famiglie più o meno numerose. Questi hanno l'accesso diretto ai fiordi, utilizzati come piscine di acqua lagunare.
Altre opzioni si trovano all'Hotel Capo Nord e al Golf Hotel.



Cosa fare ad Albarella? Tantissime cose, davvero non ci si può assolutamente annoiare, che voi siate bambini o adulti. Io in due giorni ho fatto....

Imparare a giocare a golf assieme a 200 daini.
Dovete sapere che l'isola ha un campo da golf grandissimo con un green morbidissimo e 18 buche. Dovete anche sapere che a far compagnia ai giocatori da golf ci sono dei carinissimi daini che passeggiano indisturbati (o quasi) tra la vegetazione.
Ovviamente il golf non è l'unico sport che potete praticare, ci sono 24 campi da tennis in terra battuta, un maneggio e altre attività da spiaggia come il beach tennis o il beach volley.
Io ho fatto una lezione di golf con mio figlio, che anche in questo sport si è dimostrato più ginnico di me... Abbiamo imparato la teoria di base: per esempio, lo sapete che per giocare a golf esiste un unico movimento per ogni lancio di pallina e che cambiano solo le mazze in base a dove e come si deve lanciare la pallina in buca? Ecco io non lo sapevo, ed il maestro è stato molto bravo e anche molto convincente che quasi quasi gli prenotavo già dieci lezioni da qui a fine estate, ma ahimè dovevo tornare a casa. Abbiamo fatto poi un giro con la golf car per vedere quanto è esteso il campo e per fare un incontro ravvicinato con i suoi dolci abitanti. 



Fare un giro in bici in laguna.
Ad Albarella la macchina si lascia posteggiata e dimenticata e si prende una bici a noleggio, o la vostra che vi siete portati da casa, per spostarsi nei vari punti di interesse: fa bene pedalare e non si inquina. Sappiate comunque che se usate l'auto, la velocità massima consentita è di 30 km all'ora. 
Un giro molto bello e a contatto con la natura è quello che porta in laguna, dove i pescatori aspettano che i pesci migliori abbocchino alla lenza, o dove grandi reti vengono issate ad intervalli di tempo regolari.
La sensazione di pace è indubbia, pedalare tra quelle valli ci ha messo tranquillità e un senso di calma che a volte si dimentica di avere. Rigenerante.


Portare i vostri figli (ma se sono grandini possono andarci anche da soli) ad AlbarellaLand.
AlbarellalLand è un parco giochi sostenibile nuovo di zecca, dove grandi e piccini possono divertirsi in tutta sicurezza e con un occhio di riguardo all'ambiente. Infatti le attrazioni sono realizzate con materiale naturale come il legno e la corda dove arrampicarsi, scivolare e inventare nuovi giochi. Il progetto fa parte dell'iniziativa condotta sull'isola di Albarella "Immersi nella natura", che prevede degli interventi di riqualificazione del patrimonio naturale del territorio.


Ovviamente potete passare del tempo in spiaggia e scegliere tra quella libera o attrezzata, fare molte passeggiate e delle incredibili mangiate di pesce, beh siamo sul mare!
Noi abbiamo provato il ristorante del Centro Sportivo e il ristorante La Barca, entrambi ottimi. Vi consiglio in stagione di assaggiare le moeche, sapete cosa sono vero? 

Se volete informazioni su tipologie di alloggi o sulle attività sportive, o per qualsiasi altra vostra curiosità, potete visitare il sito Albarella.it




Soggiorno e articolo in collaborazione con Albarella.it


AMSTERDAM CON BAMBINI, COSA NON PERDERE

by 1:44 PM


Ad Amsterdam erano anni che ci volevo andare, poi si sa come ogni altra meta facilmente raggiungibile dall'Italia, la si lascia un poco in disparte, perché tanto ce l’abbiamo a portata di mano. Però quest’anno ho deciso che era arrivato il momento e che lo avrei condiviso con mio figlio e la sua inguaribile, per fortuna, curiosità.

Resto sempre del parere che non esista una città più o meno adatta ai bambini. Ognuna a modo suo ha da offrire ai piccoli viaggiatori stimoli e momenti indimenticabili, anche se questo implica entrare in un museo o camminare qualche chilometro per scoprire angoli e posti nascosti.

Quindi questo articolo non vi dirà di fare solo cose adatte ad un bambino, ma piuttosto racconterà la mia esperienza di viaggio personale condivisa insieme ad un bambino, divertendoci e imparando; perché sì anche un adulto ha sempre da imparare durante un viaggio! 
Ecco allora qui di seguito la mia scelta su cosa non perdere con i bambini ad Amsterdam. 

Museo Van Gogh

Amare l’arte significa anche andarla a scoprire in giro per il mondo e far conoscere a mio figlio i grandi artisti che mi hanno emozionato durante i miei studi e che mi emozioneranno sempre guardando un loro quadro dal vivo. Van Gogh è uno di quei pittori che mi fanno battere il cuore, e dopo aver acquistato il volo è stata la prima cosa che ho prenotato per il mio breve soggiorno ad Amsterdam.

È stata un’immersione, un viaggio nel viaggio, un passo più in là per avvicinarmi a Vincent, alla sua storia, alla sua vita travagliata trasposta nei colori. E mio figlio si è incantato tra quelle pennellate, tra i paesaggi e i colori forti che gli hanno fatto fare un tuffo nella cromia, in quella magia che solo un disegno può evocare. La semplicità del plein air, quello che Van Gogh aveva visto e fotografato con gli occhi anche noi lo abbiamo assaporato. Non avremo più voluto andarcene, ma mannaggia ad Amsterdam, c’erano troppe cose da vedere. 





Mangiare patatine fritte da Vlaamse Friteshuis

E non le vuoi mangiare due patatine fritte ad Amsterdam, dove si dice siano nate e dove si dice si possano trovare quelle più buone in assoluto? Eh, mica facile resistere ad un cono di croccanti patatine da passeggio con sopra una delle mille mila salse che vengono proposte (no dai, sono “solo venti”).

Non è la merenda più salutare del mondo lo ammetto, ma che non si dica poi che noi non proviamo il cibo della tradizione olandese! Se invece volete intraprendere un percorso conoscitivo più ricco tra i piatti tipici della cultura olandese, potrete trovare a questo link del magazine online di Expedia un post sulle 10 pietanze assolutamente da non perdere e mangiare ad Amsterdam. 




Micropia il Museo dei Microbi

Avete mai visto da vicino un microbo? Beh, allora se siete nella capitale olandese non dovete assolutamente farvi sfuggire questa occasione. Una volta usciti di lì state pur sicuri che non toccherete più tante cose come prima e soprattutto vi laverete le mani molto ma molto bene!

Micropia è un’avventura da vivere attraverso un percorso alla scoperta dei microbi che popolano l’interno e l’esterno del corpo umano. Lo stupore di mio figlio era direttamente proporzionale alla mia faccia nauseata (hihih). All'entrata consegnano un passaporto sul quale si possono imprimere i timbri di tutti i microbi che si possono vedere e capire. Immaginatevi microscopi, schermi dove questi minuscoli esserini vengono ingranditi, vasi ammuffiti, spazzolini da denti usati, spugne da piatti, maniglie delle porte e così via.

In fondo non si possono vedere ma sono qui che ci circondano… mamma… Però è anche vero che quando li guardi da vicino, molto vicino, ci viene rivelato un mondo, più spettacolare di quanto possiamo immaginare. 






Giro dei canali in barca

Visitare una città costruita sull'acqua solo a piedi non le rende giustizia. Uno dei modi per vederla anche da un altro punto di vista è quello di scivolare tra i suoi canali a bordo di una barca, ammirando le splendide case sulle rive, passando sotto a ponti, qualcuno dei quali si solleva per far passare imbarcazioni più grandi.

La rete di canali che attraversa la città ha più di quattrocento anni ed è stata aggiunta alla lista del patrimonio mondiale Unesco nel 2010. Il giro in barca della durata di un’ora è quello ideale, per riposarsi e vedere comunque molte attrazioni della città da un posto privilegiato. 




Museo Marittimo


Il museo raccoglie una delle più ricche collezioni di oggetti legati alla storia della navigazione, ma soprattutto illustra come la cultura olandese sia stata modellata dal mare. All'interno dello spazio museale ci sono interessanti esposizioni, alcune con percorsi interattivi per far scoprire ma anche rivivere cinquemila anni di storia marittima. Anche qui non è facile andarsene per tutto quello che c’è da vedere, leggere e in alcuni casi toccare.

La sede del Museo è lo storico Arsenale, un edificio che era il deposito della marina militare olandese e che risale al 1656. Ormeggiata accanto c’è la riproduzione della nave East Indiaman, ed è l’esemplare più grande della collezione museale: qui c’è da perdersi nel guardare come vivevano i marinai, dove c’erano le scorte di cibo o dove andava a fare la pipì il capitano!



Biblioteca pubblica di Amsterdam

la Openbare Bibliotheek Amsterdam è una delle biblioteche più belle d’Europa, esempio di architettura e design: un edificio all'avanguardia, dove passare almeno un’ora per poi salire fino all'ultimo piano ed ammirare dall'alto la città.

Si sviluppa su tre livelli per un totale di ventottomila metri quadrati dove trovare volumi di vario genere: dalla musica all’arte, dalla storia ai viaggi, il reparto bambini carinissimo, e i comics. Ovviamente si possono consultare i libri ma non portare via! La scala mobile è fantastica perché crea un andamento che si sposa perfettamente con l’architettura. Nel piano interrato si trova il parcheggio per le bici… e ne può contenere fino a duemila! 









E poi i ponti, China Town, il mercato dei fiori, la pioggia presa e le corse fatte per ripararci, il vento a spettinarci, e le risate a rincorrerci. Serve altro?



VAL DI FASSA E ALBE IN MALGA, LA MAGIA DEL SOLE CHE SORGE

by 9:40 PM



Quando penso all'alba ho gli occhi che mi si illuminano.
Poi ci penso più intensamente e tra me e me dico: ma chi me lo fa fare? Svegliarmi così presto la mattina? Facciamo che preferisco il tramonto...

Ma il mattino ha l'oro in bocca, spiega un detto, e l'alba direi che ha tutti insieme i metalli più preziosi per rendere più magico quel momento.

Senza nulla da togliere al sole che va a dormire, quello che sorge ha una specie di magia che condivide con il mondo intero, piano piano da est verso ovest.
Una settimana fa ho avuto il piacere di andare con il mio bambino in Val di Fassa, a provare questa splendida esperienza.

L'avventura, perché è di questo che si tratta, è cominciata un pomeriggio a Pozza di Fassa, da dove con la cabinovia Buffaure siamo saliti fino a fino a 2354 m non solo a respirare l'aria più rarefatta, ma ad ammirare un paesaggio che ti fa fermare, sedere per terra e restare in silenzio, perché è l'unico modo di goderselo.
La guida Alpina, Giuliano, ci ha spiegato cosa i nostri occhi vedevano: il gruppo del Monzoni che si stagliava lì davanti a noi in silenzio... eppure parlava.
Ci siamo poi incamminati verso Baita Cuz dove avremmo visto il tramonto sulle dolomiti, mangiato e riposato (poco) in attesa dell'alba.





Un rifugio caldo e accogliente in una sera che rinfrescava velocemente. Una stanza che profumava di legno con dettagli che solo chi ama la montagna può apprezzare. Lenzuola con cervi e cuori di legno intagliati a decorare una finestra sulle Dolomiti, dove il vento che si alzava portava profumi che erano rimasti nell'ultimo cassetto della mia memoria. Prati, muschio, fiori...pioggia che sarebbe arrivata da lì a poco.
Dormire con la pioggia battente sopra la testa è sempre rilassante, ma il pensiero di non riuscire a svegliarmi e a svegliare mio figlio mi ha fatto riposare gran poco, contando i secondi che separavano i lampi dal tuono.

E la sveglia ha suonato alle quattro e mezza, ovattata dal morbido cuscino e dal piumino (eh si, avevo freddo!) tutto sgualcito dalla notte, mentre vicino a me un piccolo viaggiatore era ancora nel mondo dei sogni, raggomitolato come un gattino.
Ho scostato la tenda, giù a valle le luci della città splendevano e una leggera ombra di luce si affacciava tra cielo e montagne.

L'alba, la magia del sole che sorge, il suo calore che si espande lentamente.
Il freddo, prima pungente, piano piano ha lasciato spazio alla meraviglia, ad un paesaggio di quelli che scaldano il cuore e l'anima.



Ci siamo incamminati di buonora verso Malga Jumela, con il freddo frizzante di una mattina ancora da formarsi, il sole che era ancora nascosto, la voglia di scoprire nuove cose.
Per esempio la vita da malgaro, quell'affascinante mestiere che chi come me vive in pianura difficilmente ha modo di conoscere da vicino.

Cosa fa il malgaro di mattina presto?
Munge le mucche, le spazzola e pulisce la stalla, raccoglie le uova e porta gli animali al pascolo.
Vi assicuro che non è per niente facile! Il mio bambino, più bravo di me nella mungitura, ha poi preso in mano gli attrezzi per la spazzolatura prendendo confidenza con le mucche che si lasciavano accarezzare.
A pensare che molti bambini che vivono in città non hanno mai visto un pulcino, mi sento di consigliare questa splendida esperienza, fatta di natura e genuinità.
Non c'è stanchezza che tenga e anche la levataccia passa in secondo piano tra tutte le cose da ascoltare, da fare, da imparare.

E così sporchi, infangati, assonnati ma con un sorriso enorme abbiamo atteso una delle colazioni più buone della mia vita. 
La colazione che si fa in malga ha un gusto tutto particolare, fatta di prodotti genuini, che ripaga di tutte le fatiche fatte appena scesi dal letto.
Perchè il burro di malga ha un sapore nuovo, e poi le torte appena sfornate, il pane caldo e la marmellata fatta in casa, le uova e lo speck, il latte caldo e il profumo di caffè che fa subito convivialità. 
Lì fuori le montagne, testimoni di una splendida mattinata, fatta di cose semplici, che forse abbiamo dimenticato, ma che rimarranno nel nostro bagaglio di esperienze splendide.



Dopo colazione il mio piccolo (che tanto piccolo non è) è rimasto a giocare in malga con altri bambini mentre io e un altro gruppo con una guida sono salita fino al Sas de pere da fech fino a raggiungere la croce dopo il bosco di pini mughi e cembri. Da lì il panorama è spettacolare su tutta la Val di Fassa. Lo ammetto, ad un certo punto volevo fermarmi, ero stanchissima, ma poi un passo alla volta sono arrivata in cima e ne sono stata felice, ripagata da una vista incredibile! 
Davanti a me il Catinaccio, il Latemar e il Sassolungo.



Tutto poi era in discesa, tappa a Malga Jumela per riprendere il mio piccolo viaggiatore e proseguire fino a valle.
Stanchi ma felici, si può dire?


Per partecipare alla splendida esperienza di un'alba in malga consulta il sito www.fassa.com


Post in collaborazione con Val di Fassa





LIBRI PER PICCOLI VIAGGIATORI

by 9:29 AM




In una casa piena di libri, un piccolo viaggiatore non può che aspirare ad essere un grande lettore.
Vederlo leggere, prima di addormentarsi, sotto le lenzuola con la luce di una piccola lampada che punta sul libro, mi fa un po' venire in mente Bastian in soffitta mentre legge di Atreiu.
Viaggio con la fantasia lo so, però questa cosa mi riempie di orgoglio, un po' come quando scopri che a tuo figlio piace l'insalata, dai insomma non tutti i bambini sono uguali l'insalata e i libri a qualcuno piacciono!

Oltre a Geronimo Stilton (che tra le altre cose viaggia anche nel tempo) sulla sua libreria ci sono molti libri di viaggio per bambini.
Chissà come mai eh!
Del resto se il viaggio scorre nelle sue vene come in quelle di sua madre, non può che perdersi tra le righe di racconti avventurosi, tra le immagini sorprendenti di eroici personaggi... oppure immergersi nelle mappe di un luogo lontano.

Così ho pensato di raccogliere qualche libro che è stato divorato più volte dalla curiosità di un bambino e che potrebbe essere uno spunto per un regalo pre partenza o una buona lettura per far sognare i vostri piccoli viaggiatori.




La giungla misteriosa e gli animali dell'Asia affascinano e attirano l'attenzione di ogni bambino. 
Qui ci sono immagini dipinte dallo scrittore che raccontano gli strani abitanti dell'India, accompagnate dalle parole di chi nel 1966 fondò con degli amici il WWF Italia.

Nella giungla di Sandokan di Fulvio Pratesi edizioni Gallucci.



Il Sig. Fogg è un gentiluomo Inglese che per una stravagante scommessa deciderà di partire per un incredibile viaggio attorno al mondo! Chi non conosce Il giro del mondo in 80 giorni? Questo però è a misura di bambino come solo Tony Wolf sa fare....

Il giro del mondo in 80 giorni di (Jules Verne) Tony Wolf, Dami Editore


"Eccoci qui. Nella capitale della Francia ci sono un grande fiume - la Senna - decine di monumenti, decine di chiese, decine di musei. E migliaia di gatti."
Inizia così questo meraviglioso libro su Parigi. Favolose illustrazioni e una narrazione semplice per far conoscere ai bambini una città ricca di storia e piena di curiosità.
Per esempio lo sapevate che a Parigi c'è una via che si chiama Rue du Chat qui peche (Via del gatto che pesca)?....ed è larga solo due metri!

Questa è Parigi di M. Sasek, edizioni Rizzoli


Questo libro lo abbiamo comprato in viaggio, proprio a Barcellona, proprio alla Sagrada Familia. 
Naturale che un bambino voglia avere notizie su come sia stata costruita quest'opera del grande Gaudì, ma è anche vero che spiegarlo ad un bambino non è sempre facile, ma ecco che il problema si risolve con questo libriccino.
Simpatiche illustrazioni e una storia dedicata ai più piccoli: un modo per avvicinarli a quella strana ma splendida cosa chiamata arte.

Piccola storia della Sagrada Familia di Jordi Faulì Editorial Mediterrània


A partire dal quattordicesimo secolo, esploratori e navigatori temerari e audaci oltrepassarono i confino delle terre fino ad allora conosciute, per fare rotta verso nuovi luoghi inesplorati, quali l'Asia, l'India e l'America.
Ecco il libro adatto ai piccoli esploratori, per far conoscere a loro i grandi e avventurosi uomini alla conquista del mondo!
Marco Polo, Cristoforo Colombo, Vasco de Gama e molti altri sono i protagonisti di questo libro incredibile e pieno di sorprese.

Grandi Esploratori, edizioni Touring Junior


Questo libro è stato regalato al mio piccolo viaggiatore quando ancora le sue manine non potevano sollevarlo. Ora è uno dei libri più consumati, letti e riletti della sua libreria.
Parla di Lisa, una bambina che va a trovare la zia a New York, ma distrattamente perde il suo più caro amico...un peluche! Una storia a lieto fine con una grande mela sullo sfondo vista con gli occhi di una bambina! Beh quando mio figlio ha visto New York si è rivisto le pagine di questo racconto!

Lisa a New York di Doris Dorrie e Julia Kaergel edizioni Ravensburger


Questo è l'atlante degli atlanti, alto quasi quanto un bambino,e pieno di luoghi da far venir solo voglia di partire ed esplorare il mondo! Joe Canino accompagnerà i bambini in un viaggio lungo l'Italia, l'Europa, l'Asia, l'Africa, l'America, l'Oceania e l'Antartide con disegni, indovinelli e filastrocche tutte da imparare. Io mi ci perdo, e non sono più bambina da un po'...

L'Atlante Touring per i più piccoli di John Betti 

Se avete libri da consigliarmi lasciate un commento qui sotto!
Via che si parte!!!!



A SPASSO PER IL MONDO: BUON COMPLEANNO PICCOLO VIAGGIATORE!

by 10:30 AM



Qualche volo fa ho chiesto a mio figlio se poteva tenermi la mano durante il decollo.
Mi ha risposto: "Mamma è ora che tu cresca e la mano devi imparare a tenertela da sola."

Nonostante questo la mano me la tiene sempre, mi controlla, mi chiede se sto bene durante una virata o una piccola turbolenza.

E io gli sorrido sempre, e il suo sguardo ritorna incollato a quel finestrino che tante cose ha da raccontargli.
Mi sta facendo crescere, nonostante sia con la testa tra le nuvole come me, mi insegna molte cose, me ne fa notare altre, che spesso troppo frettolosamente mi sono sfuggite via dagli occhi e dalle mani.

Qualche volta ho paura che mi dica: "Non voglio partire, sto bene qui."
Invece ancora, dopo anni i suoi occhi brillano di curiosità ed entusiasmo per un viaggio progettato, per un volo da prendere, per un museo da visitare, per un fiume da navigare, per un amico lontano da andare a trovare.


Oggi compie gli anni.
Sono otto anni che il 28 novembre piove; sta arrivando il freddo oggi e forse anche la pioggia, e questo mi piace, quasi fosse un rito.
Otto anni di viaggi, di scoperte e imprevisti da un capo all'altro del mondo .
Otto anni di viaggi che l'hanno fatto crescere,
otto anni che mi hanno fatto crescere e capire cosa ha veramente importanza.

Adoro la capacità che un bambino ha di adattarsi ovunque, che un posto sia a dieci chilometri da casa o a quindici ore di volo.
La capacità di inventarsi un gioco con bambini che non parlano la sua lingua, e di ridere e scherzare come se si conoscessero da sempre.
La capacità di provare, di assaggiare, di sentirsi a casa ovunque.

Potrei continuare all'infinito, ma rischierei di cadere in una melensa sfilza di motivi per i quali portare un bambino a scoprire il mondo è uno dei viaggi più speciali che si possano fare.
I suoi ohhhh, i suoi sorrisi e il luccichio degli occhi sono la forma di amore più grande. 
Le sue domande curiose e il suo dirmi " Mamma, anche a costo di andare in Australia, io l'A380 lo voglio prendere. Mamma è l'aereo più grande del mondo ti rendi conto?" Ma ben venga anche l'Australia ...

In otto anni ha visitato quattro continenti, visto le capitali più grandi del mondo, è salito sopra grattacieli che bucano le nuvole e visto tramonti sul deserto. Ha conosciuto altre religioni e nuotato in mari paradisiaci.

Non posso che regalarti altri viaggi ed altre avventure...


Buon Compleanno piccolo viaggiatore, continuiamo a raccontare il mondo assieme...




IL SENTIERO DEL MONTE VENDA

by 9:07 AM





In 20 km partendo da Padova dove posso arrivare?

Ho preso la macchina e ho dato inizio a gennaio a questo progetto che durerà un anno.
Vi ho parlato di Torreglia, di Cervarese Santa Croce e il castello di San Martino, di Cava Bomba, di Piazzola sul Brenta e Villa Contarini e del Castello di San Pelagio.

Oggi vi porto in un altro posticino sui miei amati Colli Euganei, Il Monte Venda.
Con i suoi 603 m è il più alto di tutti i colli e tocca i comuni di Teolo, Cinto Euganeo, Galzignano e Vo'...
Se dalla pianura lo distinguiamo dagli altri per le installazioni militari, al suo ridosso ci regala un panorama incantevole fatto di vigneti che si intervallano a piccoli colli in un paesaggio fatto di colori e profumi diversi per ogni stagione.

Ai piedi del Monte Venda parte un sentiero molto carino per scoprire la flora e la fauna (se si è fortunati) del territorio. Si chiama sentiero n.9, un nome forse poco fascinoso, io gli darei un nome più fiabesco...
Una gita fuori porta con pic nic annesso è la soluzione ideale per vivere appieno questo percorso, adatto anche ai più piccoli; un tratto del sentiero è predisposto anche per i disabili.

La passeggiata è tranquilla, con poco dislivello e intervallata da panchine dove fermarsi, e punti informativi da dove trarre informazioni e curiosità.
Il piccolo viaggiatore, che è curioso come un gatto, mi ha fatto fare diverse tappe: per raccogliere i ricci delle castagne, per raccogliere dei rami secchi, e osservare da vicino un verme in transito o uno scarabeo multicolore.



Camminando si attraversa un bosco di roverella (cioè la specie di quercia più diffusa in italia), accompagnato da piante di corbezzolo, di erica, tiglio e altri arbusti tipici della zona collinare,mentre per quanto riguarda gli "animali", che ovviamente non ho visto, ci sono il gufo, la civetta, la volpe, il riccio, la donnola, il ramarro e molti altri...quando ho letto che si potevano incontrare queste specie, beh mi sono sentita fortunata ad esserci andata vicino!

Sui Colli Euganei la coltivazione del castagno da frutto ha un'antica tradizione e il consumo della castagna era molto importante nell'economia domestica. Con gli anni questa tradizione è andata un po' perduta e purtroppo i castagneti sui Colli Euganei si possono trovare solo in poche aree; una di queste è proprio il Monte Venda che vanta castagni da frutto pluricentenari.




Incontrerete poi lungo il cammino un cartello con scritto: Laghetto dei Maronari del Monte Venda
Purtroppo quando ci sono passata io il laghetto era un po' in secca, ma in alcuni periodi dell'anno il bacino naturale che raccoglie l'acqua piovana che scende dal monte si riempie diventando così un luogo molto importante per la riproduzione e la conservazione di vari anfibi. Oltre ad essere naturalisticamente importante, lo è anche storicamente visto che ai margini del laghetto c'è un antico castagneto con degli alberi secolari di importanti dimensioni...eh mica si scherza qui sui Colli!

Ora non vi resta che passeggiare, e godervi lo spettacolo di panorami che ad ogni scorcio, ad ogni curva si insinuano all'orizzonte.



Però prima un'ultima cosa. 
Vi racconto cos'è il mestiere del carbonaro, che si svolgeva tra i boschi dei Colli Euganei.
Un tempo l'unica fonte di energia era il fuoco, che serviva per riscaldare e per cucinare; per questo motivo era nata la figura del carbonaro, un saggio boscaiolo che sapeva riconoscere gli alberi e gli animali che lo abitavano, quindi gestiva il bosco in modo da non compromettere l'ambiente. Costruiva la sua carbonaia delimitandola con pietre e ammucchiava la sua pira di legna necessaria fino a farla diventare una catasta alta 3 m con all'interno un camino di alimentazione. Una volta terminata ed isolata, il carbonaro l'accendeva, questa la fase più complicata, per dare inizio alla combustione del legno; quindi chiudeva il foro superiore e preparava una croce da metterci sopra come buon auspicio.
Il carbonaro se ne stava da qual momento seduto a monitorare in silenzio la legna fumante, giorno e notte per non lasciarla incustodita. A volte la combustione durava anche una settimana, fino a quando fuoriusciva il fumo di color azzurrognolo che ne annunciava la fine. Il carbonaro si metteva poi, dopo il raffreddamento, a raccogliere il carbone dentro a dei sacchi per andarli a vendere in paese.
Mestieri (affascinanti) che non ci sono più...

Vi aspetto sui Colli!










BARCELLONA IN UN GIORNO, COSA VEDERE.

by 9:31 AM



L'anno scorso, ad agosto ho passato una settimana a Minorca con la mia amica Milly di Bimbi e viaggi.
Una settimana fatta di mare, sole e di piedini che non volevano più uscire dall'acqua alla scoperta di spiagge poco conosciute .
Quelli dei nostri piccoli viaggiatori!
Avevamo preso un volo con scalo, perché il diretto da Bologna e da Venezia per l'isola delle Baleari ancora non c'era.
Abbiamo quindi volato su Barcellona: lo scalo all'andata è stato di un paio d'ore, ma al ritorno ne avevamo ben 10.
E con dieci ora di scalo vuoi restare in aeroporto?
Direi di no, quindi abbiamo deciso di passare una giornata nella città del sole, dei colori e delle tapas.
Portarci dietro il trolley per tutta la città non ci sembrava una grandiosa idea, quindi abbiamo lasciato le valigie in Aeroporto, nell'unico deposito disponibile, poco economico, per non dire troppo caro, ma del resto l'unica soluzione per girare leggeri.

C'è un pullman, l'Aerobus, che parte sia dal Terminal 1 che dal 2 e in circa venti minuti porta in Piazza Catalunya, in centro. I biglietti si possono fare on line o direttamente sul mezzo, il costo è di circa 10 euro a/r.

Ed eccoci a Barcellona, città che io adoro, che mi dona calore e sempre emozioni!
E finalmente anche il mio piccolo viaggiatore, in parte, l'ha conosciuta.



Piazza Catalunya è praticamente il cuore della città e proprio da qui è iniziato il nostro breve tour. Un punto di incontro dei cittadini e un punto di passaggio per tutti i visitatori, la piazza è anche teatro di manifestazioni e intrattenimenti sia per adulti che per bambini. D'obbligo scattare delle foto alle fontane!
Se poi vi mettete al centro della piazza sul pavimento troverete una grande rosa dei venti da dove potrete spaziare con lo sguardo tutto attorno.

Abbiamo imboccato poi la Rambla (o Ramblas, in realtà sono sei a susseguirsi) che parte praticamente da Piazza Catalunya e arriva fino alla statua di Cristoforo Colombo, lasciandoci andare allo spirito del passeggio, a questo rito che rende questa strada affollata a qualsiasi ora del giorno. Qui potete trovare qualsiasi cosa: i vecchietti sulle panchine che si scambiano chiacchiere, i venditori di souvenir e calamite, gli artisti di strada che animano i passanti, i mimi che immobili sembrano statue di pietra e così via.
Di sicuro ha un fascino difficile da trovare altrove, diciamo che è molto folkloristica, oltre ad essere molto turistica.



Dal lunedì al sabato vi consiglierei di mangiare verso l'ora di pranzo, un panino alla Boqueria, il mercato coperto più famoso della città: colori, profumi e la vera vita...peccato che alla domenica sia chiuso e quindi per pranzo, se potete, defilatevi in qualche vietta laterale, o provate uno dei molti localini che ci sono sulle ramblas, sperando non sia troppo turistico e per questo a rischio fregatura. Noi ne abbiamo trovato uno abbastanza buono per delle Tapas, ma ahimè non ricordo il nome, perdonatemi!

Dopo pranzo con la pancia bella piena dove andare? Abbiamo optato per la Sagrada Familia.
Troppo impegnativa per un bambino? Assolutamente no, visto che ancora oggi mi descrive particolari che gli sono rimasti impressi.
Un consiglio, prenotate la visita on line o rischiate di fare una fila molto lunga sotto il sole!
Non prendo quasi mai le audio guide, ma questa volta ho preferito conoscere tutti i segreti dell'opera che amo di più del grande artista Gaudì. La cosa bella è che le guide non sono solo per gli adulti, ma c'è il formato per i bambini, anche in lingua italiana, che passo dopo passo raccontano la storia dell'artista e della sua incompiuta opera come fosse una favola. Direi che il risultato è stato perfetto!
I colori che filtrano dalle vetrate, gli aneddoti, gli angoli da scoprire...in tutto questo è trascorsa una bella fetta di tempo, che quasi quasi è diventata l'ora per tornare in aeroporto. 

Ci siamo concessi qualcosa di fresco in un bar e poi via in piazza Catalunya per riprendere il nostro aerobus che ci avrebbe portato direttamente in aeroporto.



Ho visto poco, pochissimo, questa volta, della città.
Ci sono ancora molte cose da far conoscere a D.
Di sicuro ci ritorneremo, per portarlo nuovamente a respirare quell'aria mista tra storia ed arte, tra salsedine e natura che solo Barcellona ha.
A differenza di Minorca, molti sono i voli per Barcellona che giornalmente partono dai principali aeroporti italiani, per fare un fine settimana, o per la prima tappa di un percorso che vi porterà in giro per la Spagna.
Non pensate sia una buona idea?















BELLARIA-IGEA MARINA, IL RITORNO. DAL DIARIO DEL PICCOLO VIAGGIATORE

by 5:26 PM


Quando mi è stato chiesto di tornare a Bellaria e a Igea Marina subito ho ricordato quanto mi sono divertito l’anno scorso e ho pensato che tornare sarebbe stato ancora divertente e che magari avrei potuto rivedere le persone simpatiche che avevo conosciuto e Lillo, andare in barca e mangiare la piadina.Quando sono arrivato è stato troppo forte. La camera che ci hanno dato all’Hotel Bolognese aveva un letto veramente giga, non ne ho mai visto uno grande così. Ci stavano almeno 6 persone. E sopra il letto c’erano i sette nani, anzi no, erano sei, perché il settimo ero io. Non ho guardato però quale fosse quello che mancava.




E la seconda sorpresa è stata vedere sul letto un giornalino con le fotto del mio viaggio in Romagna dell’anno scorso in cui c’ero pure io. Ho cominciato a saltellare dicendo “sono sul giornale di Lillo!! Sono sul giornale di Lillo!!”, e a pensare che l’avrei fatto vedere a tutti i miei compagni di classe, perché loro sul giornale non ci sono mai finiti.





I giorni successivi ho fatto tantissime cose: ho giocato con tanti bambini, ho mangiato piadine con la nutella, ho rivisto i dinosauri del Parco del Gelso, ho fatto dei giri con il trenino della città, ma ci sono tre cose che mi sono piaciute più delle altre.

Giocare in spiaggia durante la mareggiata. 
Un giorno ad un certo punto si è alzato il vento e prima di cena siamo andati in spiaggia. Non c’era nessuno e il mare stava bagnando le prime file degli ombrelloni. C’era una luce strana e tante onde. C’erano anche i surfisti con l’aquilone e con la vela che si divertivano un mondo. Io non sono capace di andare sul surf, e allora mi sono messo a correre tra gli ombrelloni.





Preparare una piadina e un cassone.
Dopo un bellissimo giro in trenino siamo arrivati ad una fattoria dove abbiamo visitato i campi di lavanda, e abbiamo visto gli animali. Poi siamo entrati in una grande stanza e ci hanno dato un grembiule, un mattarello, un tagliere e gli ingredienti per preparare la piadina! Io ci avevo provato anche l’anno scorso, ma non era riuscita proprio bene. Quest’anno invece è venuta fuori benissimo, grazie anche all'aiuto della signora Alba Rosa. Ho fatto anche un cassone, che è una piadina ripiena, e poi li ho anche mangiati!






Salire sul Carro dei Pirati al Carnevale. 
Il Carnevale di solito è a Febbraio, ma a Bellaria e Igea Marina lo fanno anche in Giugno. Ho pensato che sarebbe stato molto strano andare al Carnevale, ma poi l’idea mi è piaciuta subito quando salito sul carro dei pirati, con una bandana e un cinturone. Abbiamo passato tutta la sera a girare per la città lanciando caramelle e coriandoli ai bambini fermi lungo le strade. Una festa bellissima tutta musica e colori. 
Anche quest’anno mi sono divertito a Bellaria e Igea Marina: faccio sempre tante cose divertenti oltre che andare al mare. E poi alla fine ho pure incontrato Lillo, ed è stato bello perché l’anno scorso non l’avevo mica incontrato per davvero!!!





NDR. Il post è una raccolta delle idee del piccolo viaggiatore. Certo, i tempi dei verbi e i congiuntivi sono stati un po’ aggiustati… 
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